mercoledì 30 novembre 2011

Opzione#1 - Lube Alessia - Arredamenti Morresi

Uno dei primi giri in cerca di cucina l'abbiamo fatto, insieme, da Arredamenti Morresi, a Tolentino.
Ci accoglie Mirko, che avevamo già incontrato precedentemente in una prima visita esplorativa dello showroom.
Mirko è l'incarnazione del binomio, ormai abusato, "cortesia e professionalità". Ci siamo trovati di fronte una persona di una gentilezza disarmante e soprattutto competente.
Ci ha spiegato la differenza tra i diversi materiali delle cucine, come si compone una cucina, quali sono le differenze tra i vari modelli, insomma, tutto, dall'ABC al design.
Per me, che conoscevo un po' l'argomento, è stata una conversazione molto interessante, Max se n'è tornato a casa con un gran mal di testa (tanto che ha lasciato i successivi giri a me).
Da Arredamenti Morresi abbiamo trovato SCAVOLINI e LUBE, ma siamo stati conquistati da una Lube ALESSIA in esposizione.
Lube offre veramente un ventaglio di possibilità di colori e materiali fuori dal comune, ma noi avevamo le idee abbastanza chiare e ci siamo buttati sull'anta in polimerico opaco rovere grigio, per le basi, e l'anta in acrilico bianco lucido per i pensili (per un momento abbiamo anche considerato il bordeaux, dopo averlo visto in esposizione, ma è stato un amore breve).
Abbiamo buttato giù una prima composizione, perfezionandola in un secondo momento e abbiamo inserito un pacchetto di elettrodomestici REX.
Il risultato è stato soddisfacente. Mirko ci ha conquistato (anche perchè è motociclista come noi) e la cucina rientrava nel budget.
Abbiamo inserito quindi l'accoppiata LUBE ALESSIA/ARREDAMENTI MORRESI nella rosa delle cucine  candidate.




venerdì 25 novembre 2011

La lunga storia della scala della mansarda

Il problema maggiore della scala a giorno che collega la zona notte alla mansarda è stato trovare qualcuno capace di realizzarla.
Il problema era trovare il giusto rapporto pedata/alzata, per via di un "piccolo" errore dovuto al solaio.
Abbiamo consultato degli artigiani/professionisti della zona e nessuno ci dava fiducia.
Qualcuno non ci ha nemmeno provato a trovare una soluzione.
Nel frattempo, mentre chiedevamo lumi e preventivi, l'idea della scala prendeva sempre più forma, discostandosi dalle prime ipotesi.
Abbiamo abbandonato l'idea di una scala con struttura in ferro realizzata con lamiera a taglio laser, per optare per una struttura, sempre in ferro, ma realizzata con lo scatolare (o scatolato, non ho mai capito quale sia il termine esatto).
Le ragioni di questa scelta sono sostanzialmente economiche.
  • Con la struttura tagliata al laser, spessa un centimetro, avremmo dovuto fare, per questioni estetiche, il gradino da 6 cm, con costi decisamente maggiori.
  • Con lo scatolare, c'è sì più ferro (che si paga a peso), c'è sì più manodopera (perchè ci sono un sacco di saldature), ma si riesce a stare comunque su cifre inferiori rispetto al taglio laser. Inoltre, il maggior spessore della struttura, mi permette di avere un gradino alto 4 cm e non 6, risparmiando qualcosa anche sul legno.
Abbiamo abbandonato anche l'idea di fare i gradini con la stessa finitura del parquet, sempre per ragioni economiche.
  • Innanzitutto, per avere la stessa finitura di un prefinito, bisogna avere uno bravo a trattare il legno, altrimenti si rischia di farlo QUASI uguale, che è la cosa peggiore del mondo.
  • Il rovere costa decisamente tanto
  • Utilizzare i listoni del parquet lavorandoli sull'angolo era ugualmente dispendioso, in più si sullo spigolo avremmo avuto mezzo millimetro di legno "buono"
Abbiamo scelto il frassino, totalmente sbiancato.
Generalmente per abbassare ancora di più il prezzo si usa il faggio, ma per quanto sia un discreto legno, le venature, che a noi piacciono tantissimo, si notano molto poco. Come legno da verniciare è perfetto, ma se si vuole vedere la venatura del legno, meglio andare sul frassino, anche se costa un po' di più (ma mai come il rovere).
Il risultato è questo.





giovedì 24 novembre 2011

Gli elettrodomestici, online o dal rivenditore?

...che se la difficoltà fosse solo nella scelta della marca o dei materiali della cucina, sarebbe sì difficile, ma neanche tanto.
Il "problema" è che ci sono gli elettrodomestici e le domande da farsi sono molte.
La prima decisione che bisogna prendere riguarda il dove acquistarli.
Le possibilità sono due
  1. Dal rivenditore. 
    • PRO
      • se si prendono eldom di una stessa marca, si ha la possibilità di avere forti sconti (che generalmente  si traducono in lavastoviglie omaggio o a prezzo stracciato)
      • Montaggio, istallazione, foratura del piano sono inclusi nel prezzo della cucina e per qualunque problema/errore risponde il rivenditore
      • Il rivenditore può, ma non è assolutamente tenuto a farlo, aiutarci se ci sono problemi con l'assistenza tecnica
    • CONTRO
      • se non si approfitta delle promozioni e non si sceglie il monomarca il prezzo degli eldom potrebbe essere maggiore del prezzo di mercato
      • se si opta per il monomarca, non sempre si riesce ad avere i prodotti perfettamente rispondenti alle proprie esigenze.
  2. Online
    • PRO
      • Prezzi più bassi sui singoli elettrodomestici (sapendo scegliere bene si risparmia e si ammortizzano anche le spese di spedizione)
      • Nessun vincolo di marca
    • CONTRO
      • Non ci sono promozioni, quindi si rischia di spendere di più a parità di prodotti
      • Si pagano il montaggio e  la foratura del piano per gli eldom che vanno sul piano
      • Sta a noi gestire gli ordini/consegne e incastrare bene i tempi
      • La responsabilità per eventuali problemi è nostra.



martedì 22 novembre 2011

Illuminare la cucina

Ho appena ordinato le lampade per la zona operativa della cucina.
Abbiamo previsto un ribassamento in cartongesso dove andremo ad incassare delle lampade a incasso senza profilo, le AMETISTA di SERA ITALIA.
Possono essere installate o a filo muro o leggermente rientranti e sono perfettamente integrate col cartongesso.
Invisibili, discrete ed energeticamente meno dispendiose dei classici faretti.
Noi ne inseriremo tre, due piccole e una media centrale.


L'effetto dovrebbe essere questo

Speriamo che arrivino prima della cucina.

giovedì 17 novembre 2011

Long way to kitchen - La scelta della marca

La domanda più ovvia che ci si fa dopo aver scelto il budget e i colori e/o i materiali è "Quale marca scegliere per una cucina di fascia media?"
La risposta è tutt'altro che semplice.
Prima di tutto perchè medio è un attributo abbastanza indefinito di per sè, in più i criteri di scelta molto spesso sono soggettivi. Confrontare le cucine inoltre è molto difficile, ci si deve affidare alle schede tecniche e alla professionalità e buona fede dei rivenditori.
Nella mia ricerca di cucine di fascia media sono giunta ad un elenco (ben lontano dall'essere completo o veritiero) dove ho inserito marche di cucine che avrei potuto valutare.
Rigorosamente in ORDINE SPARSO, ho individuato le seguenti cucine di fascia media:
Sfogliando i cataloghi ho poi cercato cucine che avessero dei modelli e delle finiture di nostro gradimento e l'elenco si è sfoltito un po'.
Poi ho cercato i rivenditori di zona e anche qui ho dovuto depennare qualche marchio perchè non mi piacevano alcuni rivenditori (per esperienze precedenti) o erano troppo scomodi da raggiungere.
Alla fine la rosa delle candidate si è ridotta a



mercoledì 16 novembre 2011

Un ingresso come si deve

Stiamo lavorando per realizzare un ingresso più o meno così.




Con delle aiuole e un paio di gradini.
Purtroppo tutta la facciata di casa è esposta a nord e di luce ce n'è poca. Giocheremo con piante da ombra, ma interessanti un po' tutto l'anno.
E saranno piante decisamente rustiche.


martedì 15 novembre 2011

Cronotermostati

Per poter liquidare l'idraulico è necessario avere tutti i componenti dell'impianto di riscaldamento. A noi mancavano i cronotermostati, ci servivano in fretta, così siamo andati all'EDIF e ne abbiamo chiesti tre. Anzi, a dirla tutta abbiamo chiesto due cronotermostati e un termostato.
Abbiamo tre elettrovalvole che comandano l'impianto dei tre piani, ma una è in mansarda, dove non servono tanti programmi, basta mantenere una temperatura decente.
Abbiamo acquistato un po' sulla fiducia perchè non avevamo avuto tempo di documentarci molto e ci siamo riportati a casa due TH350 e un TA350 della BPT, una ditta che ci hanno detto avere un ottimo rapporto qualità prezzo.

Tornati a casa siamo andati sul loro sito e abbiamo scoperto che è la stessa azienda produttrice dei segnapasso della scala.
La mia esperienza in fatto di termostati è un pulsante ON/OFF e una rotellina con la temperatura, ma domenica sera ho dovuto improvvisare e capire come funziona un cronotermostato digitale.
E' decisamente semplice. Sono riuscita ad impostare l'ora, a disattivarlo e a capire più o meno quali sono le sue potenzialità: funzione antigelo, accensione anticipata per avere all'ora stabilita la temperatura desiderata, il programma jolly, contatore delle ore di funzionamento dell'impianto, ma la cosa più interessante forse è la possibilità di comandarlo da remoto, anche tramite un SMS.
Per questa funzionalità è necessario però collegarlo ad un combinatore GSM

venerdì 11 novembre 2011

Long way to kitchen - colori e materiali

Sui colori della nostra cucina non avevamo dubbi.
Basi sul grigio, effetto legno.
Pensili chiari, bianchi.
Sui materiali invece qualche dubbio c'era, anzi, non erano dubbi, era proprio ignoranza totale.
  • Abbiamo escluso a priori i laccati. Per quanto sia bello vedere un'anta senza soluzione di continuità, col colore che copre tutti gli spigoli, una buona laccatura costa un bel po'. I laccati sono inoltre abbastanza delicati.
  • Anche l'impiallacciato non ci ha convinto. Si tratta di un foglio di legno con tutti i pregi estetici del mondo, ma anche con tutti gli svantaggi del legno. 
Ci siamo orientati su un LAMINATO, ma anche qua è una giungla.
  •  partendo dal "base" abbiamo il laminatino. Sostanzialmente un foglio di carta intorno alla struttura dell'anta. Economicissimo e delicatissimo. Credo che neanche esistano cucine in laminatino (se non alcuni modelli dell'ikea)
  • Il polimerico ci ha affascinato. Sostanzialmente è un foglio di PVC avvolto intorno all'anta. L'effetto è paragonabile al laccato ma con costi decisamente inferiori. Non è il materiale più resistente al mondo.
  • L'acrilico anche ci è piaciuto. Praticamente la lamina che ricopre la struttura dell'anta viene ricoperta con una resina che rende i colori brillanti.
  • Il laminato HPL, che è il laminato per eccellenza, è il laminato più resistente, in virtù del suo alto spessore, ma è quello meno modellabile e più costoso. Con l'HPL non si può avvolgere l'anta, si vedranno sempre, sugli spigoli, i contatti tra bordi e anta.
  • E poi ci sono i laminati nobilitati o melamminici, dove in pratica la lamina che riveste le ante viene rinforzata con delle resine, spesso sfruttate anche per incollare la lamina alla struttura. Ottimo rapporto qualità prezzo. Permettono un'infinità di finiture, tra cui quelle "matrix".


Long way to kitchen - Il budget

La cucina non era prevista. O meglio, era prevista ma non adesso.
Per risparmiare avevamo intenzione di utilizzare la vecchia cucina di terza mano che c'era prima della ristrutturazione.
Avevamo pensato alla disposizione solo per definire la posizione degli impianti.
Qualcosa è cambiato. I miei hanno deciso di regalarcela per Natale.
Sia come regalo di Natale, sia per far cucinare noi a Natale.
Sarebbe stato stupido non approfittare.
Siamo sempre stati convinti che la nostra cucina sarebbe stata una VISMAP modello NOVA.
Larice grigio coi pensili in larice bianco.
Avevamo un preventivo da 9.000 € e per questo avevamo posticipato l'acquisto.
Ci siamo rimessi in cerca di cucine, considerando anche il mercatone uno e stockhouse ma i prezzi ci sembravano comunque alti (eravamo in alcuni casi oltre i 7.000).
Ho considerato anche IKEA, se non altro perchè la nuova finitura SOFIELUND delle ante per cucina mi piaceva molto.
Il preventivo ikea superava i 4.000 euro.
Abbiamo così deciso di tenere il budget cucina sui 6.000€




mercoledì 9 novembre 2011

TOC TOC!!

E' arrivato anche il nostro portoncino.
Esterno verde, con un disegno adeguato al contesto, interno bianco. Maniglie e finiture in alluminio.
Il telaio di default dovrebbe essere marrone ma il nostro serramentista ha tentato l'esperimento e ce l'ha verniciato di grigio antracite come il sopraluce.

Porte e maniglie

Sulle porte c'è stato poco da discutere.
Le volevamo bianche, economiche e semplici.
Ci siamo però scontrati subito con un grosso, enorme problema: il fuori misura.
Avere in giro per casa dei muratori vecchio stampo ha portato ad avere i falsi telai dimensionati per le porte di 30 anni fa.
Alte 2 m e con telaio da 3 cm. Ora lo standard prevede telaio da 4cm e altezza 210cm.
Il fuori misura costa.
Ma fortunatamente non sempre.
Abbiamo scelto delle porte FLESSYA, modello base. Tutte bianche opache ad eccezione della porta del bagno in mansarda, avorio con delle incisioni trasversali (si vede qui) e la scorrevole della cabina armadio, a specchio.

Come maniglie abbiamo optato per le DALLAS di HOPPE. Linea squadrata e prezzo contenuto.
Soddisfatti?
Delle porte tantissimo.
Delle guarnizioni delle porte un po' meno. Col freddo stanno cigolando fastidiosamente quando chiudiamo le porte.
Abbiamo fatto presente la cosa al rivenditore che a sua volta ha chiamato in ditta, ma pare che i tempi vadano di 2 mesi in 2 mesi.



giovedì 3 novembre 2011

Il sopravasca della discordia

Lo abbiamo ordinato ad inizio agosto ed è arrivato la settimana scorsa. Siamo andati a farcelo fare da un vetraio per un motivo molto semplice:
  • volevo che il vetro rimanesse attaccato al piano del lavabo
  • volevo una misura ben precisa
  • volevo una smussatura ben precisa.
Ok, sono tre, ma in sostanza sono uno solo: fare il sopravasca come ci pare.
Questa era la teoria.
In pratica le cose sono andate diversamente.
  1. Per paura di muffe e condense il vetro è stato istallato a 3cm dal piano.
  2. La smussatura ha un raggio inferiore di 20cm a quello che avevo ordinato.

Sì, è bello, invisibile, extrachiaro, ma lo volevo diverso.
Ormai però, dopo 3 mesi di attesa non me la sono sentita di rimandarlo indietro e aspettare ancora.
Anche perchè, il vetraio, non mi ha mostrato subito il foglio delle misure e io, dopo 3 mesi, non ricordavo più quali specifiche avevo dato.
Il foglio me l'ha mostrato solo al momento del pagamento.
E a quel punto ho fatto come lui. Ho visto le cifre che volevo io.

E sto pensando a come rimediare a quei 3cm di buco tra il vetro e il piano...

Finalmente lo specchio

L'abbiamo montato qualche giorno fa, ma era in soffitta da marzo.
Una roba imperdonabile per me, che sono ikeadipendente.